La Schola

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La Schola Gregoriana Laudensis viene fondata nel 2015 dal direttore, Giovanni Bianchi, insieme ai cantori provenienti dalla Schola Gregoriana Silentium di Somaglia (LO) e stabilisce la propria sede presso l’antica chiesa di San Francesco a Lodi, dove svolge il proprio ministero al servizio della liturgia, promuovendo lo studio e la diffusione del canto gregoriano.

La Schola Gregoriana affianca al servizio liturgico anche una intensa attività concertistica, ed ha collaborato con importanti istituzioni musicali (quali l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Pavia “F. Vittadini” e l’Istituto Musicale “G.P. Palestrina” di Castel San Giovanni - PC, e l'Associazione "Sentieri Sonori" di Lodi) alla realizzazione di concerti sull’antica “Prassi dell’Alternatim”, genere musicale che prevede l’alternanza appunto di canto gregoriano e musica d’organo.

La Schola collabora, inoltre, con importanti associazioni culturali del territorio lodigiano quali Unitre, Università del Basso Lodigiano ed Associazione Mons. Quartieri


Perchè riscoprire il Canto Gregoriano

La riscoperta del canto gregoriano, che a prima vista può apparire come il semplice recupero nostalgico di vecchie tradizioni, è invece il risultato di una attenta ricerca che mira a ridare Unità, Funzionalità e Solennità al canto liturgico attraverso l’utilizzo dello straordinario e sterminato repertorio gregoriano, ricchissimo sia dal punto di vista poetico che antropologico e spirituale.

Inoltre, a differenza di ciò che accade con molte melodie liturgiche “moderne” (in cui il Messaggio è svilito da ritmi esasperati, testi dalla prosa scadente e strumentazioni bizzarre), cantando - ma anche ascoltando – il Canto Gregoriano, con il suo andamento ciclico, il suo altissimo contenuto poetico uniti alla forza e alla dolcezza dalla voce maschile, si giunge più facilmente a quella pace interiore e a quella serenità d’animo che predispongono ad una profonda interiorizzazione delle Scritture.

Per tutti questi motivi, anche il Concilio Vaticano Secondo riconosce il Canto Gregoriano come proprio della liturgia romana e chiede che gli venga riservato il posto principale nelle azioni liturgiche (S.C. 116), proprio in funzione del forte richiamo all’Unità ed alla Identità cristana e del suo servizio povero, obbediente e casto al testo sacro.

In altre parole, il Canto Gregoriano, attraverso l’utilizzo della sola voce umana, è in grado di orientare lo Spirito verso il Mistero.